Il punto non è chiedersi ‘se’ la cannabis verrà legalizzata in Italia, ma piuttosto ‘quando’. Per i 218 parlamentari che hanno sottoscritto e presentato una proposta di legge in merito, il processo ormai è inevitabile e il momento per portarlo a termine è “adesso”. Le firme arrivano un po’ da tutti gli schieramenti politici: Pd, M5s, Sel, Misto ma anche Fi e Sc. Nessuno al momento dalle file della Lega. Anche perchè Matteo Salvini proprio non ci sta: la cannabis non va legalizzata, dice. Meglio piuttosto la legalizzazione della prostituzione perchè – spiega – “fino a prova contraria il sesso non fa male, la cannabis sì”. Eppure – replicano i firmatari a Salvini – l’opinione pubblica va in tutt’altra direzione.
Secondo un sondaggio Ipsos, per l’83% degli italiani le leggi contro la diffusione della droga leggera in Italia sono poco o per nulla efficaci e il 73% pensa che l’Italia potrebbe percorrere lo stesso percorso di alcuni Stati degli Usa che hanno già legalizzato la marijuana. Una strada che potrebbe far bene anche al nostro bilancio pubblico (così il 58%). Il proibizionismo, rincarano la dose i firmatari del ddl, che “sarà depositato a breve”, ha “fallito. Anche la Direzione nazionale antimafia sostiene il totale fallimento dell’azione repressiva sul contrasto alla diffusione dei derivati dalla cannabis”.
“Sono aumentati i consumatori, sono aumentati i soldi alle mafie e i processi”, osserva il promotore dell’Intergruppo, Benedetto Della Vedova (Misto). Cambiare verso ora “è una misura di civiltà”. E in questo progetto lo seguono, tra gli altri Roberto Giachetti (Pd), Luigi Manconi (Pd), Alessandro Di Battista (M5s), Luigi Di Maio (M5s), Giuseppe Civati (Misto), Stefano Fassina (Misto), Arturo Scotto (Sel), Pierpaolo Vargiu (Sc).
Ma cosa prevede nel dettaglio la proposta di legge? I maggiorenni potranno detenere una modica quantità di cannabis per uso ricreativo: 15 grammi a casa, 5 grammi fuori casa. Divieto assoluto invece per i minorenni. La marijuana si potrà coltivare a casa (fino a un massimo di 5 piante), ma il raccolto non potrà essere venduto. Arrivano i Cannabis social club: agli over 18 residenti in Italia sarà consentita la coltivazione in forma associata in enti senza fini di lucro (fino a 50 membri). Regole precise anche per quanto riguarda la vendita: previa autorizzazione si potrà coltivarla e lavorarla e la vendita al dettaglio avverrà in negozi dedicati, forniti di licenza dei Monopoli. Vietate invece importazione ed esportazione. Il progetto di legge consente l’auto-coltivazione per fini terapeutici e saranno più semplici le modalità di consegna, prescrizione e dispensazione dei farmaci a base di cannabis. Rimangono i divieti di fumo nei luoghi pubblici (compresi i parchi) e di guida se in stato di alterazione.
I proventi dalla legalizzazione saranno destinati per il 5% al finanziamento dei progetti del Fondo nazionale per la lotta alla droga. Una legge “completa”, a detta dei firmatari. “Il mondo cambia e l’Italia resta sempre ultima. Ora colga l’occasione per legalizzare la cannabis”, afferma il leader di Sel, Nichi Vendola. “La legalizzazione è una questione di giustizia”, aggiungono i parlamentari M5s in Commissione Giustizia della Camera. “Con 8 milioni di consumatori la legalizzazione è già nei fatti”, afferma Adriana Galgano (Sc). Ma a fronte dell’appello che i firmatari rivolgono ai loro colleghi, affinchè la proposta di legge diventi realtà (“Affrontiamo i dati empirici”, chiede Fassina; “Non perdiamo l’occasione di spiegare bene di cosa si tratta”, aggiunge Civati), arrivano già i primi ‘niet’. “Da FdI-An no assoluto a questa follia”, dice il presidente Giorgia Meloni. “Per quanto mi riguarda se lo possono scordare”, aggiunge il capogruppo dei deputati di Area popolare, Maurizio Lupi. La proposta – concludono i senatori Carlo Giovanardi (Ncd) e Maurizio Gasparri (FI) – “avrà come unica conseguenza l’aumento della diffusione della droga e l’incremento dei traffici della criminalità organizzata”.
(tratto da www.ansa.it 16.07.2015)